Archivio per 21 marzo 2008

Donna, mamma, amante, lavoratrice, figlia, cittadina: acrobata

Stamattina ho letto questo bel post di elastigirl.
Ieri questi articoli di Irene Bernardini, che scrive su Vanity Fair. (vi consiglio di leggere entrambi!!!)

E allora mi viene proprio dal cuore scrivere a queste donne.
Cara Rebecca,

se ti avessi davanti ti abbraccerei. E anch’io ti direi che poi passa (e sei hai voglia di un tuffo nel mio passato ecco qui). Ma anche che bisogna parlare di quello che succede nei primi tempi della maternità, di quello che succede dopo il parto, perchè è a quel evento determinante che si fermano i nostri preparativi durante la gravidanza (certo che ci si preoccupa delle cose pratiche, sappiamo tutto dell’ultima carrozzina e magari anche del tiralatte migliore, ma di come ci si sente dopo un cambiamento così sconvolgente si parla pochissimo).
Allora sediamoci cinque minuti, beviti la tisana al finocchio, non ti preoccupare per i capelli che non sei riuscita a lavarti. Bisogna studiare una strategia. Bisogna che tu stia il più possibile in compagnia: di persone che ti sono care e si preoccupano di te (e non solo del bambino), che tuo marito collabori praticamente, che le nonne cucinino e surgelino per te piatti pronti. E poi un bell’appuntamento settimanale. Con altre donne nella tua stessa situazione, ci sono proposte del comune (nei consultori – si chiama Coccole e Giochi), in Casa di Maternità, oppure Tutti Giù per Terra (metto più tardi un link).

Quello che siamo: Donne, mamme, amanti, lavoratrici, figlie, cittadine è estremamente difficile da far stare insieme.

Perchè non solo siamo tutte queste cose, ma pretendiamo anche di tovare un equilibrio, cerchiamo la possibilità di essere almeno un po’ felici in questo guazzabuglio di vita. L’attuale attacco quotidiano alle donne è costante. Urgono proposte, soluzioni femminili. Per esempio una rete. Donne che parlino tra di loro, suggeriscano soluzioni pratiche, ma anche possano trovare il conforto dell’ascolto senza giudizio, fra pari, senza velleità terapeutiche, nella condivisone delle strategia per la sopravvivenza, ma anche per il vivere bene. Spazio per il pensiero, senza essere catalogate in alcuna categoria, esplorando profondamente quella complessità che fa paura, misteriosa, che è la nostra ricchezza.
Io questa cosa la pratico da 2 anni e mezzo (l’età del mio secondo nanetto). Faremo un’associazione (forse). Ma intanto mi sembra importante condividerlo con te, cara Rebecca, ma anche cara Elasti, cara Irene, care acrobate tutte.
https://i0.wp.com/mocoloco.com/art/upload/2007/08/acrobate_16/paris_22_aug07.jpg

priorità

ok, sono le dieci e dovrei sbobinare il testo (motivo per il quale sono a casa e non in ufficio).
mi ero cocessa fino alle 10 per fare valigie che poi svuoterò perchè N. è malato (dopo che P. è stato malato per una settimana) e quindi non partirò…. 

quindi scrivo un post (uno solo)
e poi mi metto sotto.
(MA QUANTO E’ GROSSO IL MIO SUPEREGO???)


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